LA TOMBA DI AMENHOTEP II – KV 35

La tomba di Amenhotep II (KV 35) venne scoperta nella Valle dei Re dall’egittologo francese Victor Loret, nel marzo del 1898.

L’entrata era dissimulata ai piedi di un’alta parete rocciosa. Dopo un lungo corridoio discendente si apre il pozzo funerario, dotato di una camera annessa, nella quale vennero rinvenuti due crani attribuiti ad Hatshepsut-Merytra, madre del faraone, e ad Ubensenu, suo figlio.

Dopo il pozzo segue l’anticamera con due pilastri, in corrispondenza della quale l’asse della tomba piega a 90 gradi. In questa stanza venne trovata, all’interno di una barca, una mummia, che secondo alcuni egittologi sarebbe quella di Sethnakht.

Attraverso una scala si passa quindi nella sala del sarcofago, rettangolare e con sei pilastri che sostengono un cielo stellato. Sui pilastri il re è raffigurato insieme a Osiride, Anubi e Hathor, mentre le pareti sono decorate con il testo dell’Amduat, scritto in nero su fondo beige, a simulare un papiro spiegato. La parte finale della stanza, la cosiddetta “cripta”, presenta il pavimento ribassato e ospita il sarcofago regale in quarzite a forma di cartiglio, all’interno del quale, al momento della scoperta, si rinvenne il corpo del Faraone (ora al Museo del Cairo) ancora adorno di fiori.

Nonostante la tomba fosse stata violata più volte, conservava ancora molti elementi del corredo funerario, che originariamente dovevano trovarsi nelle quattro camere che si aprono ai lati della stanza del sarcofago. 

Nella prima camera a destra (1), Loret scoprì tre mummie con un profondo squarcio nel petto: una donna “anziana” ritenuta essere Tiye, moglie di Amenhotep III, un’altra donna più giovane e un ragazzo, per i quali sono state proposte diverse identificazioni. 

Nella seconda camera laterale a destra (4) scoprì un nascondiglio bloccato da un muro di pietra, dove i sacerdoti della XXI dinastia avevano ricoverato le mummie di Thutmosi IV, Amenhotep III, Merenptah, Sethi II, Siptah, Ramesse IV, Ramesse V, Ramesse VI, e il corpo di una donna senza nome. É questa una delle due celebri cachette reali, che hanno permesso alle spoglie dei grandi faraoni del Nuovo Regno di conservarsi fino ad oggi.